Fabrizio Bruschi
(SOIPA)
La parassitologia umana in Italia: esperienze pluriennali in ambito diagnostico
La parassitologia è da sempre una branca negletta nei laboratori di diagnostica microbiologica.
Probabilmente perché ancora oggi la diagnosi delle parassitosi umane si basa prevalentemente sull’esame microscopico e sulla conoscenza delle forme parassitarie, da cui la necessità di studio ed applicazione, di esperienza e di impegno.
La maggior parte delle patologie parassitarie non è soggetta a sorveglianza e quindi l’epidemiologia delle parassitosi umane è spesso legata a dati di singoli centri.
Si ritiene utile condividere i risultati di studi multicentrici nazionali riguardo all’epidemiologia delle parassitosi e delle modalità di applicazione delle diverse tecniche di diagnosi parassitologica umana nei diversi laboratori del territorio.
L’analisi dei dati delle Valutazioni Esterne della Qualità permette una fotografia del livello di capacità diagnostica dei laboratori del territorio e indicano le necessità di formazione teorica e pratica che sono da diffondere.
È inoltre necessario studiare le nuove tecnologie molecolari che, anche se tardivamente rispetto alla virologia e batteriologia, si stanno rendendo disponibili anche in parassitologia umana.
Le tecniche di Real-Time PCR non sono più solo home-made ma sono oggi disponibili anche in commercio ed è necessario valutarne la sensibilità e specificità per far conoscere i valori e i limiti ai laboratoristi che operano nel territorio e per definire il loro inserimento nei percorsi di diagnostica anche mirata.
La globalizzazione di malattie, una volta confinate ad alcuni continenti, come la malaria e la malattia di Chagas, impone la valutazione del rischio di trasmissione trasfusionale dei loro agenti patogeni. A distanza di quasi 10 anni dall’entrata in vigore del D. M. del 2015 è opportuno fare il punto su quanti Centri Trasfusionali hanno recepito tale normativa.
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